Il 2020 doveva essere tante cose, e l’unica promessa che ha mantenuto è stato lo scoccare dei miei 40 anni: la festa, sì, l’ho avuta (per un pelo, e nel rispetto delle norme anti-Covid), ma in barba a ciò che pensavo di desiderare un anno fa me la sono organizzata da sola e se tornassi indietro lo rifarei: sì, anche la colazione a Molveno (TN) dove M. e io abbiamo trascorso le ferie estive, il pranzo in autogrill e la volata verso casa malgrado il traffico e il caldo maledetto, a gonfiare palloncini e aspettare gli invitati.
Ho avuto un compleanno un po’ di montagna e un po’ di mare, un po’ intimo e un po’ in compagnia di tante delle persone che questi 40 anni li hanno resi più belli, più densi. Ho avuto un compleanno turchese e viola, senza musica e con pochissime foto (per i 50 è deciso, dj e fotografo, zero sbatta e più relax per tutti. E ho anche in mente un tema, ma nel corso dei prossimi 10 anni potrebbe cambiare altre cento volte!)
Il 2020 poteva portarmi dappertutto, ma mi ha portato solo ed esclusivamente nel posto in cui voglio stare, a fare le cose che voglio fare: a volte si pensa che serva un colpo di spugna, ma più spesso si tratta di guardarsi dentro e intorno, essere onesti con sé stessi e respirare a fondo.
Quello che non prevedevo, un anno fa, è che il lavoro di copywriter, quello che faccio da più tempo ma più nell’ombra, perché gli incarichi mi sono sempre arrivati tramite passaparola e non ho mai avuto bisogno di promuovermi, è diventato il mio progetto di vita principale. L’ho sempre visto come il lavoro che mi serviva ad arrotondare e a sedermi al pc a fare qualcosa di particolarmente bello, e senza accorgermene ho accumulato tanti anni di esperienza, tante conoscenze, tante idee, che il desiderio di dedicarmici con più continuità è sbocciato con la naturalezza che auguro a tutti di assaporare nella vita, in qualsiasi ambito.
E ora che sono sull’orlo della libera professione, sono più spesso curiosa che spaventata, più fiduciosa che scoraggiata.
Lo sciocco “andrà tutto bene” dei tempi del lockdown è riuscito a mantenere la promessa solo nei confronti di chi ha avuto la possibilità di rimboccarsi le maniche, di scegliere, di percorrere una o più strade con consapevolezza. Oggi mi vergogno ancora un pochino a dire che per me il 2020 è stato un anno risolutivo: di fronti a tanti morti e a tante difficoltà di ogni tipo, come oso?
Ma credo di doverlo dichiarare anche come atto di responsabilità verso chi ha lottato contro la rovina: chi non ha da lamentarsi, non si lamenti. Chi ha da condividere energie positive, le condivida.
E allora, dopo moltissimi bassi, ecco il mio alto, ve lo presento: la parola del 2020 – dare, infinito del verbo ma anche dare, osare in inglese – ha dato i suoi frutti. Nell’anno che è già passato alla storia per tutto il mondo, in cui ho scritto pochissimo per me (basta vedere i due miseri post su questo blog!) e tantissimo per gli altri, sono tornati alla ribalta i miei desideri e i miei obiettivi. Ho passato gli ultimi giorni a mettere ordine nelle foto del blog e ho ripercorso, ancora una volta, tutta la strada di questi anni. Ci sono dei buchi temporali, ma più ci si avvicina al presente più mi dico che tornerò. Anni fa mi sarei detta: “Sei la solita pigra, sprechi tempo di continuo e hai buttato via anche questo spazio, faresti meglio a chiudere se devi ciondolare così!”
Col tempo ho imparato a trattarmi con più gentilezza, è talmente bello che a volte non ci credo.
Adesso che il mio profilo Instagram è dedicato principalmente al mio lavoro, credo che tornerò ad abitare questo posto. Dobbiamo parlare di come sono diventata un po’ più vegana, di cose frivole e di chissà che altro. Prima devo imparare a gestire il nuovo editor e conquistare un po’ più di spazio per archiviare le foto, ma diciamo che sono tutti obiettivi facilmente raggiungibili.
Buon compleanno a noi, per i 12 anni di blog che abbiamo alle spalle e ai chissà quanti altri che abbiamo di fronte!
Auguri, 🥂.
Grazie Eleonora! Cin cin!! <3
un’età particolarmente importante!
Buon Anno!