10 cose che mi sono piaciute

Ma ciao! Abbiamo una stagione intera alle spalle, una stagione che per me è stata più complessa di quanto avessi previsto, e allo stesso tempo, ora che la riguardo con occhi meno iniettati di sangue, anche più ricca di belle cose rispetto a come l’ho percepita mentre la stavo vivendo. E allora, visto che non voglio saperne di aprire la porta all’autunno senza prima aver chiuso la porta dell’estate (un po’ perché ho paura delle correnti d’aria, un po’ perché ci sono 24° e ho appena pranzato in giardino), ho voglia di fare una carrellata di cose in ordine sparso che mi sono piaciute in questi mesi, così poi andiamo incontro magari non al cambio dell’armadio, ma al futuro senz’altro. Partiamo? Partiamo!

Dieci cose che mi sono piaciute dell’estate 2019:

  • Gli audiolibri – sono stati la manna dal cielo, per le mie lunghe tratte da pendolare, per i momenti in cui mi occupo della casa e per le mie passeggiate nel bosco o al mare: attacco il bluetooth o mi infilo gli auricolari e non ho più la sensazione di perdere tempo guidando o sacrificare un’attività bella e importante come la lettura per farne una altrettanto bella o importante. Devo essere sincera: non ho cercato servizi gratuiti e non ho testato più di una piattaforma: ho approfittato del mese di prova gratuito di Audible, mi sono trovata bene e sono rimasta lì. La mia perplessità riguardava la concentrazione (mi sarei distratta dall’ascolto o dalla cosa che stavo facendo mentre ascoltavo?), mi sono accorta che per me quel tipo di esperienza va più che bene, così sono andata avanti.
  • Guidare 400 chilometri (+ 400) da sola – lo sapete, per me che ho iniziato a guidare da 5 anni molte cose che per altri sono normali rappresentano invece una scoperta. In questi anni di chilometri ne ho percorsi circa 100.000, ma sempre, più o meno, sulle stesse tratte. Ed eccoci che a settembre dovevo andare a fare un corso a Mantova, e col treno ci metti una vita, e poi avevo fretta di rientrare perché avevo un evento con l’associazione qui in zona, e allora sono andata in auto. Ed è stato bellissimo. Radio, audiolibri, pausa per il pranzo e per la pipì, un caffè per tenersi su al rientro, tutto col mio ritmo. Altra crocetta sulle cose che temevo di non saper fare, e invece.
  • Tornare a Firenze per Pitti Fragranze – orbene, Pitti Fragranze meriterebbe un post a sé, come da tradizione, ma in questi anni pare che siano cambiate un po’ di cose e forse un post sarebbe un po’ sprecato. Sta di fatto che quest’anno il mio rientro a Pitti è stato scandito anche e soprattutto dall’ospitalità della Luzzola, dalle nostre chiacchiere fittissime al tavolo della sua cucina, dal gatto Kokoro che mi ha dormito acciambellato ai piedi tutta la notte, dal nostro shopping da Jo Malone (quello sì che meriterà un post a parte!)
  • Il mare – sono abituata a dire che al mare ci vivo, ma ormai io per arrivare al mare ci metto mezz’ora ed è per questo che negli ultimi anni mi è pesato un po’ il sedere. Però mi sono presa l’impegno con me stessa di andarci regolarmente, e in effetti ci sono stata di più rispetto agli anni passati, e anche più a lungo (l’ultima volta che ci sono stata era martedì 1 ottobre, e si stava alla grande), guadagnandoci in salute, nervi distesi e abbronzatura.
  • Stare struccata la maggior parte del tempo – e non solo: ho passato l’estate coi capelli legati, e ho deciso di non tingermi quei du’ peli bianchi che ho sulle tempie, perché chi se ne frega, dai. Risultato: ora che le temperature sono tornate decenti e quindi ho ricominciato a truccarmi e sono stata dalla parrucchiera a farmi riaggiustare il taglio mi sento una figa atomica.

INTERVALLO – M. e io che inauguriamo la stagione #estatenerosubianco

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FINE DELL’INTERVALLO

  • Mirkoeilcane, Diodato e Silvestri a Festambiente – eh sì, io che rifuggo le mete da fiorentini in vacanza (ma non avete idea della quantità di gente che ho conosciuto quest’anno e che mi ha detto “Beata te che abiti vicino al Nano Verde!” – gente, state bene??), a Festambiente non rinuncio. La sera di Daniele Silvestri c’erano Mirkoeilcane e Diodato a fare da spalla, e altro che spalla, hanno suonato quasi un’ora a testa, bravi da non immaginarselo. E poi è arrivato Silvestri e ha suonato altre due ore. Siamo arrivati a casa alle 2 passate e l’unica cosa che potevamo fare era un piatto di aglio olio e peperoncino, tanto ormai era Ferragosto e potevamo impipparcene di tutto, no?
  • Vienna – quest’anno le ferie le abbiamo fatte al contrario rispetto a come le facciamo di solito: a giugno, appena finita la scuola, e in un posto solo. Avevamo bisogno di riposarci prima di iniziare con gli eventi della stagione estiva di Progetto Nero su Bianco, così ci siamo piazzati in una città che attraeva entrambi e ci siamo detti che se ci fossimo annoiati avremmo sempre potuto noleggiare un’auto o prendere un treno e andarcene un po’ in giro. E invece una settimana a Vienna ce la siamo goduta fino in fondo, e anzi, menomale non avevamo programmato altri spostamenti. In realtà, quello che non ha funzionato molto per noi è stato esaurire le ferie così presto, perché poi l’estate è stata lunga, calda e impegnativa, ma il prossimo anno ci regoleremo meglio (anche cercando di infilarci dentro meno impegni 😉 )
  • I Pride – a Vienna siamo inciampati nell’Europride e a Pisa, poche settimane dopo, ci siamo andati apposta. Non c’è bisogno di far parte della comunità LGBT+ per provare il desiderio di esserci, partecipare, manifestare, anzi: forse è il momento di farsi vedere schierati dalla parte di qualcuno, affinché non si dia per scontato che siamo schierati contro. E poi, diciamocelo: io da donna sento di far parte di una minoranza che ha ancora bisogno di essere difesa, quindi se non mi spendo io per prima, chi si spenderà per me?
  • Casa Cares, a Reggello – un altro posto fantastico verso cui ho guidato da sola. Lì ho trascorso 4 giorni in occasione di un laboratorio di traduzione, e ho deciso che ci torno insieme a M. Si tratta di una struttura gestita dalla Chiesa Valdese, dove ho sentito qualcosa che faceva “click”. Poi dopo si è accartocciato quasi tutto fuori e dentro di me, ma quei giorni in quel luogo sono stati un toccasana.
  • Comprare poco, solo dopo averci pensato bene – un po’ avevo pochi soldi, un po’ non avevo cazzi di comprare niente. Sono nauseata dagli armadi che straripano, dalla mia libreria che sta per venire giù, dai rossetti che non faccio in tempo a finire prima che prendano l’odore della cera vecchia. Poi prima dell’estate ho fatto uno swap con un paio di colleghe e ho avuto cose nuove a costo zero solo facendo girare cose che noi non usavamo più: la soddisfazione estrema. E poi sono arrivata a chiedermi, esattamente come faccio col cibo: “Lo desidero davvero, o è per togliermi di dosso la tristezza?” Il risultato è un modo più sano di spendere, e di vivere ciò che è già in mio possesso.

Ed ecco, è andata così, anche se c’è molto di più: il mio compleanno, Yuri, i suoi nonni e il matrimonio di suo fratello, un pranzo all’Ikea quando fuori c’erano 3000°, il museo del vino coi i miei cognati, le cose che ho avuto il coraggio di affrontare, chi ha partecipato a #estatenerosubianco, la testa dura che ho e i sogni che ci sono dentro. Chissà cosa porterà questo autunno (che mi ha già portato a Roma per ritirare il mio diploma di laurea, e ha portato Beatrice fin qui)! Ma intanto dimmi, dimmi, tu come la ricorderai la tua estate 2019?

3 commenti su “10 cose che mi sono piaciute”

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