Due sono le cose che ti colpiscono quando entri nel negozio di Francesca: la tranquillità dell’ambiente e l’armonia dei colori. A mano a mano che ti avvicini all’altra estremità del fondo, con gli occhi già pieni di bellezza, inoltre, a seconda della giornata e da ciò che tiene occupate Francesca e la sua mamma, inizi a sentire l’odore del legno, che cambia in base alla fase di lavorazione. Solo questo sarebbe sufficiente. Ma poi incroci uno sguardo trasparente incastonato su un sorriso che scalda il cuore, le mani e lo spirito, e sai che se hai fame di creatività, di rapporti umani e di grazia sei arrivata nel posto giusto.
Lei è Francesca Zanaboni, ha un negozio nel centro storico di Suvereto (LI) ed è di lei che voglio parlarvi oggi. Ne rimarrete incantate anche voi, ne sono certa.
Francesca nasce nel 1983 in una famiglia in cui si lavora il legno per farne cornici che, se siete della zona, sicuramente racchiudono almeno uno dei vostri ricordi più belli, dalla foto del matrimonio all’attestato della vostra laurea, dal quadro che hanno dipinto per voi alla stampa che avete acquistato in un viaggio speciale. Ha un diploma di grafico pubblicitario e ha iniziato abbastanza presto a farsi le ossa “a bottega”, dove ha imparato (cito dal suo blog)
le basi della decorazione, dalle varie fasi dell’invecchiamento all’applicazione della foglia oro/argento, passando poi per la tecnica shabby, fino ad arrivare a oggi con uno stile mio, un po’ nordico e un po vintage, senza dimenticare mai da dove sono partita. Devo tanto a chi mi ha svelato tutti i trucchi del mestiere e mi ha insegnato anche un’altra cosa, l’essere generosi nel condividere le proprie competenze, trasmettere agli altri quello che conosciamo e sappiamo fare.
Il negozio di famiglia si chiamava “Il Corniciaio” ed era a Venturina Terme (LI). Ne parlo al passato, anche se in realtà quel negozio esiste ancora, in un’altra forma e a pochi chilometri di distanza: un paio d’anni fa, infatti, Francesca ha smesso di essere dipendente ed è diventata la titolare dell’attività, l’ha trasferita a Suvereto e l’ha ribattezzata “Il Corniciaio e…”, la perfetta sintesi dei due mondi professionali in cui si muove con leggiadria.
Questa elegante scatola dai toni pastello, infatti, contiene sia l’attività originaria della famiglia, in cui il legno la fa da padrone, sia ciò che Francesca ha creato negli ultimi anni, cioè le attività legati a progetti craft di varia natura, che coinvolgono molteplici forme e materiali. Si va dai piccoli quadri, biglietti e decorazioni realizzati con la tecnica origami alla lavorazione a maglia (si definisce una crochet addicted) e alla creazione di lampadari con inserti in legno, stoffa e lana. Francesca lavora molto col restyling e ama insegnare queste competenze anche a crafter curiose, tant’è che due brand che mi presenta con soddisfazione sono i filati BettaKnit e le vernici Vintage Paint: lo scorso inverno ha organizzato dei corsi di maglia gigante e quest’anno vorrebbe insegnarci a usare le tinte per creare oggetti shabby… a me sembra una magnifica idea, e a voi? 🙂
Certo, la vita del commerciante/artigiano non è facile, tantomeno in provincia, ma Francesca non si ferma, si definisce un continuo “work in progress”, studia, si forma per avere una presenza online all’altezza del suo valore oggettivo. A metà giugno il suo storico blog I sogni di Tabita è tornato a vivere, e io ti consiglio di seguirla lì e sui suoi canali Facebook e Instagram, autentiche isole di creatività che si irradia dappertutto.
Se sei in zona in questi giorni trovi la mostra personale di Lisandro Rota, con i suoi quadri che offrono uno sguardo irresistibile sulla realtà di tutti i giorni. Anche questa iniziativa fa parte della mentalità del negozio di Francesca: avere uno spazio in cui dare sfogo alla sua creatività, ma anche a quella di artisti, preferibilmente toscani, che la colpiscano e che possano creare un dialogo col suo modo di vedere l’arte. Diamo una sbirciata al laboratorio del Corniciaio, dove nelle ultime settimane molto del lavoro si è concentrato sull’allestimento della mostra:
Domani Lisandro Rota dalle 18.00 in poi sarà in negozio (via G. Matteotti n. 14, Suvereto) a inaugurare la sua personale e a presentare il libro “Fatti e Misfatti della signora Maria”: io un salto ce lo farei! 😉
Sono passata a trovare Francesca in negozio in questi giorni, abbiamo fatto due chiacchiere, da donna a donna, da creativa a creativa, su cosa possiamo fare per il nostro territorio e la nostra professione, sono nate idee, ci siamo lasciate con il solito sorriso e la sensazione di potercela fare solo se ci teniamo strette, con lo sguardo e il cuore aperti.
Dopo queste conversazioni mi sento leggera e agile come le creature che Francesca fa nascere dalla carta, e allora voliamo verso il racconto della nostra chiacchierata!
Esordisco con una domanda a bruciapelo, ma Francesca è tosta e ha le idee chiare:
Francesca, nel giro di meno di 20 anni sei passata dal ruolo di figlia, studentessa e dipendente a quello di moglie, madre e imprenditrice. Passaggi sotto molti aspetti naturali, ma che possono destabilizzare. Qual è stato il più complicato per te?
Quello che ho fatto l’ho desiderato e ho cercato di viverlo con pienezza, ma di sicuro il passaggio più difficile è stato quello da figlia a mamma, perché con una bambina da inserire nella routine quotidiana è senz’altro più complicato far quadrare tutto, ma è stata una sfida appassionante, che mi ha resa più consapevole di quello che voglio fare ma anche più organizzata, insegnandomi a ottimizzare i tempi, lavorando meno ma con maggiore concentrazione.
Quando hai deciso di prendere in mano l’azienda di famiglia quali paure hai dovuto affrontare? E come le hai superate?
Due su tutte: quella di non farcela e di deludere chi mi ama, ma il loro sostegno non è mancato e non manca mai, quindi da lì trovo il carburante per andare avanti nella mia impresa. Certo, non è facile: mi chiedo come fare a farmi conoscere davvero anche fuori dal mio territorio, perché costruirsi una rete di follower è un ulteriore lavoro oltre a quello che porto avanti ogni giorno nel mio negozio, ma non mi arrendo.
Com’è stato accolto il tuo negozio in paese? In un certo senso l’hai riportato a casa, visto che sei di Suvereto: i tuoi compaesani l’hanno apprezzato?
Sicuramente sono stata accolta con interesse e affetto. Tuttavia, la mentalità del piccolo paese è quella di andare fuori a fare acquisti, quindi a volte mi rendo conto che le maggiori soddisfazioni in termini di apprezzamento del mio lavoro arrivano da chi viene da fuori, dal turista di passaggio alle persone che vengono costantemente in villeggiatura o che si trasferiscono in zona da città più grandi, che hanno più voglia di vivere il paese e apprezzano ciò che accade qui con uno sguardo più aperto.
Un pizzico di magia: hai una bacchetta fatata e puoi fare a Cloe 3 regali speciali, che si porterà dietro tutta la vita: cosa scegli? (qui Francesca riflette un attimo, poi inizia letteralmente a brillare: deve aver trovato senza fatica i suoi regali speciali)
Le regalo la possibilità di mantenere uno sguardo bambino, quello che adesso che è piccola le permette di imparare un sacco di cose e che quando sarà grande le sarà indispensabile per stupirsi e fare tesoro delle esperienze che vivrà; poi le regalo l’amore per l’arte e per la creatività (io non credo che qui corriamo rischi… quello deve averlo ereditato direttamente nel dna, ndr) e anche l’autenticità, la capacità di mostrarsi per quello che è, anche quando non corrisponderà esattamente ai canoni correnti
E tu quali doni hai ricevuto dalla tua famiglia?
Di sicuro il sostengo, in un mix concreto di comprensione e complicità che mi ha dato basi sicure su cui poggiare la mia vita di donna e di imprenditrice. E il desiderio di farmi crescere, anche se qualche volta i commenti di mia madre, dati affinché io possa sempre migliorare, mi sembrano troppo bruschi e mi fanno un po’ vacillare (io annuisco con forza: ho ancora molta strada da fare in termini di accettazione delle critiche, e capisco bene come ci si sente quando coloro che ti amano sono più indulgenti con gli estranei che con te. La mamma fa capolino dal laboratorio ed esclama: “Ma noi lo facciamo per il vostro bene!” ♥)
In negozio nel frattempo è arrivata Jana, l’insegnante di fotografia di Francesca (le foto che vedete in questo post sono sue, visto che brava? Seguitela!) ed è quasi l’ora di salutarci: ma prima, un’ultima domanda:
Ci rivediamo qui tra 10 anni: cosa trovo?
Tutti più grandi di 10 anni e I Sogni di Tabita che si è affermato sempre di più, sul territorio e fuori, diventando una realtà sempre più solida.
E io te lo auguro Francesca, con tutto il cuore! Forza ragazza, ali spiegate e vento in poppa, per te e per tutte noi che ce la vogliamo fare, ce la stiamo facendo, ce la faremo ♥