I miei auto-regali di fine anno scolastico

Quando andavo a scuola la maggior parte dei miei compagni riceveva un regalino o quantomento una ricompensa da parte dei genitori ogni volta che tornava a casa con un buon voto e, già da febbraio-marzo, quasi tutti sapevano cosa chiedere come premio per la promozione. Sarà che per me l’evento eccezionale era prendere un 6 (di insufficienze ne avrò prese dieci in cinque anni di liceo), fatto sta che in casa mia il “Brava, continua così” era garantito, ma non ho mai barattato i miei successi scolastici con niente che non fosse la fiducia della mia famiglia nella mia gestione del tempo libero e delle compagnie. Al massimo, quando chiedevo di poter andare a ballare o a un compleanno mi sentivo rispondere “Vediamo com’è andato il compito di tedesco”, poi andava bene e io ottenevo d’ufficio il permesso in questione. Non mi è mai sembrata strana né l’abitudine delle famiglie dei miei compagni né quella della mia, certo è che quando al quinto anno mamma mi comunicò: “Premio per la maturità: un’auto usata o una vancanza studio in Canada, scegli, ché i soldi per entrambi non ci sono ma almeno una delle due te la meriti” mi guardai un po’ intorno per vedere se ci fosse una candid camera (e accettai con gratitudine il viaggio in Canada).

Il concetto di ricompensa (o meglio di auto-ricompensa) è arrivato dopo nella mia vita, e da allora me lo sono goduto alla grande: dopo ogni esame universitario mi concedevo un piccolo acquisto (di solito un libro, una penna, un rossetto o uno smalto) o semplicemente una giornata intera senza toccare un manuale neanche per sbaglio.
Era bellissimo: mi iscrivevo all’esame e i miei occhi si facevano più attenti per individuare ciò che mi sarei potuta regalare appena finita la prova. Nei giorni precedenti, quando staccavo dallo studio, tornavo a vedere la vetrina in questione o mi limitavo a pregustare il momento in cui avrei avuto in mano quell’oggetto.

È andata a finire che io dai ritmi della scuola non mi sono mai allontanata: stavo finendo la laurea specialistica quando ho iniziato a insegnare a tempo pieno, e quindi il mio anno continua a iniziare a settembre e finire a giugno. Le scadenze si sono moltiplicate e non mi do una ricompensa per ognuna di loro, ma a giugno sì, mi faccio un regalo. Un regalo speciale, o una serie di piccoli regali che metto insieme nelle settimane precedenti. L’anno scorso ho saltato perché dovevo mettere da parte i soldi per la Seicento (perché da quando ho rinunciato all’auto per andare in Canada, nel 1999, io un’auto non l’ho pià avuta, lo sapevate?), ma quest’anno ho programmato una lista di mini-regali goduriosissimi per chi come me ama la cancelleria (e gli Afterhours).

Ed ecco qui la mia ricompensa per questo lungo, lunghissimo anno scolastico:

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  • Folfiri o Folfox, il nuovo doppio cd degli Afterhours. Attesissimo e, per quanto mi riguarda, già amatissimo. C’è chi aveva annunciato un album degno di Hai paura del buio? e in effetti… Trasuda rabbia e dolore, è come tornare a casa dopo un lungo viaggio. Il 27 agosto vado a vederli a Empoli. Un po’ lontana come data, ma cercherò di resistere. In questi giorni passo molte ore da sola a casa, ringraziando che M. al momento di progettarla abbia incluso un sistema di filodiffusione: mi sdraio sul pavimento della taverna e ascolto con tutto il corpo, come quando avevo 17 anni.
  • I ricambi Filofax 2017 – sì lo, fa a botte con Folfiri o Folfox e sì, so anche che siamo solo a giugno. Ma io quelli volevo, la settimana su due pagine e la fantasia a fiori. La amo già, anche se non ho nessuna fretta che il 2016 finisca ogni tanto vorrei poterli già usare. Non ho alcuna intenzione di cambiare la mia Saffiano o di integrarla con altri planner, e con questi ricambi un po’ più snelli (la C+B per Stiletto è mitica ma giornaliera è davvero troppo per me!)
  • Flow Mix&Match for Paper Lovers (tutte le cosucce di carta nel lato sinistro della foto): avevo questo numero speciale di Flow in pre-ordine da qualche settimana, ed è arrivato proprio durante gli ultimi giorni di scuola. Perfetto per essere inserito nel mio pacchettino delle ricompense, no? 🙂 Contiene carta da lettere, bigliettini, bustine, adesivi, un blocchetto di post-it, un quadernino e dei piccoli banner. Se lo volete è ancora in vendita qui
  • nella mia lista avevo anche messo una voce generica, che era timbri, washi tape e post it con giudizio. Il fatto è che so che queste cose mi prendono leggermente la mano, quindi mi volevo orientare su qualcosa che desiderassi da tempo o che mi colpisse tanto da non poterne fare a meno. Si è presentata una buona occasione quando eravamo ad Anversa, nel Meir, che è la via dello shopping figo della città. Siamo entrati in questo negozio, HEMA, che da fuori poteva sembrare parente alla lontana di Tiger, e ne siamo usciti dopo aver pranzato e acquistato. Per me il timbro girevole con frasi indispensabili tipo “dresscode…” “sing&dance” o “happy weekend”, il sigillo di ceralacca e il blocchetto con circa un miliardo di post-it assortiti (ho finito ieri quelli di Diddl comprati a Copenaghen nel 1998, posso farcela anche con questi, no?). Il washi tape invece no, viene da ‘t Stad Leest, una delle cinque librerie più belle che abbia visto in vita mia, dove passerei le giornate se abitassi ad Anversa, e ha le illustrazioni di Olle Eksell (sì, all’Ikea ci sono i tovagliolini con le stesse illustrazioni, e io le adoro!)

Sono tutte cose abbastanza semplici, che mi danno gioia perché sono colorate che mi possono accompagnare nel lavoro ogni giorno, o aiutarmi a rallegrare un regalino, e per me sono importanti quanto una passata di rossetto o di smalto! E voi vi premiate alla fine di un periodo di lavoro intenso o per un obiettivo raggiunto? Ditemi, ditemi! 🙂

5 commenti su “I miei auto-regali di fine anno scolastico”

  1. Ciao, sì anche io mi premio; di solito mi faccio un regalo a Natale, o per il compleanno (o in tutte e due le occasioni). L’acquisto su cui so che vado sul sicuro sono… indovina un po’? Sì, proproi quelli: i libri! 🙂

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