Sabato sono andata a fare una lunga passeggiata e poi al mercato. C’è un banco che vende stock di abiti dal sapore vintage e ho deciso di provarmene qualcuno per farmi un bel regalo.
In realtà erano troppo corti per i miei gusti, e ho rinunciato all’acquisto, ma vedendomi allo specchio del camion dove me li sono provati mi sono accorta di una cosa particolare: che le mie ginocchia mi stanno ancora molto sulle scatole vedendole dall’alto, ma se mi vedo in mutande allo specchio sono in grado di farmi i complimenti per il lavoro su polpacci e cosce fatto in questi mesi.
(Alla fine ho resistito a un paio di abiti che non mi stavano perfettamente, perché ho deciso di smettere di comprare capi che non mi stanno ancora bene, perché se non mi stanno bene subito non vedo perché dovrebbero diventare uno sprone a farmeli stare bene tra un po’… ma ho comprato una gonna e, in un altro banco, una borsa)
Poi domenica ha piovuto tutto il pomeriggio, e dopo la lunga camminata mattutina ho trascorso quasi 5 ore al pc. Non ci ero più abituata, stare seduta nostop tutto questo tempo mi ha affaticata in modo incredibile. All’ora di cena sentivo braccia, spalle e schiena indolenziti, come pieni di liquidi. Per non parlare delle gambe, gonfie e gelate, e dell’umore.
Il movimento mi è diventato indispensabile. Non sono diventata un’atleta e forse non lo diventerò mai, ma la cosa più importante che la dottoressa Ciastellardi è riuscita a far germogliare in me è il bisogno dell’attività fisica per stare bene.
Non mi sembra affatto poco!
E poi, last but not least, lunedì sera ho fatto un’ora di hip hop. Erano 15 anni che non facevo la tarantolata. Mi piace ancora molto. A seguire, un’ora di flamenco. Ho ordinato l’abito per il saggio, ma nella versione senza bolero per coprire le braccia, tanto abbiamo detto che non mi servirà, vero? E in ogni caso, ieri mattina mi sono svegliata con i muscoli appena appena affaticati, una bella sensazione di stanchezza, sana, delle cose che si fanno con gusto. Bene, bene…
