#mydietdiaries ep. 28

Stamattina controllo dalla dietologa. E sì, quando vado da lei mi metto in tiro come se andassi a un appuntamento galante. Ci tengo proprio a farmi vedere al meglio, come a ribadirle la grandezza e l’importanza del lavoro che ha fatto su di me (o che abbiamo fatto insieme, come ci tiene a ribadire lei) in questi mesi. Ho messo il vestitino di Gazèl che ultimamente non mi toglierei mai di dosso. Ha conquistato anche lei, in effetti. Dice che mi vede tantissimo coi colori neutri: “O neutri e molto accesi, lei non è una tipa da tinte smorte”. La amo.

E insomma pare che sia 64,3 kg (praticamente il peso di quando ho iniziato la mia prima dieta, nel 2004, solo distribuiti meglio e quindi con un fattore di gnoccaggine MOLTO maggiore rispetto ad allora) e BMI di 24,5. Sono normopeso, e non solo: d’ora in avanti tutto quello che vorrò fare col mio peso e con le mie misure rientra nel campo dell’estetica, per piacermi di più, perché per la salute, l’energia, la vitalità ci siamo già da un po’.

E VAFFANGUFO a te che mi dici “Stai bene, ma non dimagrire più di così” con quella faccia fintamente apprensiva. Non sapevo che tu ti fossi laureata in medicina nottetempo, che brava! 🙂

In compenso, 10 e lode alla famiglia del mio ometto che mi ha avuta a pranzo domenica dopo mesi (ho evitato di sedermi a tavola con loro dal momento in cui ho iniziato la dieta, proprio perché durante i pasti con loro mi sono sempre sentita molto a disagio, col piatto monitorato per vedere se mangiavo a sufficienza e col muso lungo se rifiutavo pane e formaggio alla fine della cena della vigilia di Natale. Sì, anche quando ero più di 75kg): mia suocera mi ha lasciato libertà di porzione, nessuno mi ha chiesto perché non mangiassi questo o quello. La dottoressa sostiene che il responsabile sia Riccardo, che li abbia avvertiti di darsi una regolata. Che sia merito suo o di un’illuminazione spontanea dei suoi familiari, il fatto è che per la prima volta in tanti anni mi è piaciuto stare a tavola con loro, malgrado in questo momento ci siano delle difficoltà che minano la serenità della famiglia. Anzi, forse queste difficoltà adesso mi fanno sentire più coesa con loro, dopo aver tanto faticato a considerarli famiglia per il modo diverso che abbiamo di rapportarci coi sentimenti. Forse essere a mio agio a tavola insieme a loro mi ha aiutata a vederli come alleati, e non come nemici schierati contro di me. Quante cose passano attraverso il cibo, signore mie!

E poi sì, ho iniziato il programma di tonificazione lunedì scorso. Ma poi sono tornata in palestra questo lunedì. Che due scatole. Proprio non sopporto più di fare attività fisica al chiuso. Ok, quando è bel tempo cammino, ma quando piove e tira vento? La dottoressa dice che posso sempre provare a camminare un po’ anche in condizioni avverse, male che vada ci rinuncio e ripiego per la palestra. Proverò. Anche perché non posso più aspettare a rassodare le braccia: sono loro il mio punto debole adesso. Chi l’avrebbe mai detto che la donna con le ginocchia di Cicciobello avrebbe mai nascosto le braccia ed esposto la rotula?
Magari con la musica in cuffia riesco anche a schivare i discorsi cretini delle vicine di attrezzo. Perché al momento la mia visione dell’attività fisica non va d’accordo con la dimensione sociale: quando mi alleno voglio stare sola coi miei pensieri, col mio battito cardiaco, col mio sudore, con le mie idee. Non vado in palestra per fare nuove amicizie, ma per pensare a me stessa.
Mmm… un bel cambiamento radicale, per una che di solito converserebbe anche coi sassi. Ma il momento del movimento è diventato sacro, e baratterei perfino il mio corso di teatro-danza con qualcosa di più solitario e introspettivo. Tornerei pure a fare yoga, se qui trovassi un insegnante serio, ma pare che scarseggino. Ho voglia di armonia (stretching, pilates, yoga) e di sfide (ma non c’è un posto dove arrampicarsi, qui?). Mi date fatica e concentrazione? Senza nessuno che cerca di attaccar bottone? Bene, vi seguo. Non vedo l’ora di avere un soffitto da cui far penzolare il mio sacco da boxe. Ed è la volta buona che entro la fine dell’anno imparo a circolare in bici senza aver paura delle automobili. Insomma, un po’ d’orgoglio, suvvia: ho appena perso 15 chili, riuscirò a fare una cosa che riesce a fare anche gente parecchio meno intelligente di me? 🙂

the question

6 commenti su “#mydietdiaries ep. 28”

  1. Ciao,
    hai mai provato lo spinning in palestra? Non è per niente noioso e non c’è modo di parlare con il vicino perchè la musica ha un volume molto alto… E poi… si bruciano un sacco di calorie!! 🙂

    1. Ciao Pam, sì, ho provato qualche anno fa e mi dava anche abbastanza soddisfazione quando c’era un’insegnante che sapeva quello che faceva, ma poi è andata via ed è tornato a farci lezione il proprietario della palestra, che urlava come un pazzo (ci credo, con la musica a quel volume!), faceva pedalare sempre tutti alla stessa velocità folle e metteva musica latinoamericana. Mmm… peggio della musica latinoamericana per me c’è solo la piscina, ho detto tutto! 😀

      1. Non riesco ad immaginare lo spinning con la musica latinoamericana… io l’ho sempre fatto su basi new age, musica elettronica, ambient o da discoteca, al massimo qualche pezzo pop (tipo George Michael per intenderci). Mi sa che hai fatto bene a cambiare!!

        1. Ma infatti! Con l’altra insegnante alternavamo musiche tamarre a classiconi pop che quando ci pigliava il matto cantavamo tutti insieme, divertente e piacevole! 🙂

  2. Tu sei un mito!!! Io il mio percorso dietonutrizionistico, aboliamo la (tanta) ciccia di troppo lo affronto anche col sostegno di FM che mi aiuta e ogni volta che c’è un minimo cambiamento di peso se ne accorge e mi dice che sono BELLISSIMA… e se me lo dice lui perché non credergli!
    Odio profondamente anche io le donne che in palestra vogliono fare amicizia! Ma che vuoiiiii! Non sono amica tua, non voglio essere amica tua, lasciami in pace! ( e anche io sono una donna che parla coi sassi, ma in palestra voglio concentrarmi sul mio silenzio interiore, sulla respirazione e sui mii muscoletti che si muovono sotto lo strato di grasso)
    Cmq ribadisco il commento della scorsa volta: SEI UNA FIGA. Mi dici dove hai comprato le mary jane bordeaux ( o burgundy) che indossi nell’outfit con l’abito di Gazel???
    Sei una grande!
    V.

    1. Eh sì, lo sguardo delle persone amate è più affidabile della bilancia… e dà più soddisfazione! 🙂
      Le scarpe le ho prese in un negozietto della mia zona l’anno scorso, non so se appartengono alla scorsa stagione o a quella precedente, ma magari in qualche outlet di Cafè Noir si trovano ancora!

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