-Chi sei?
-Chiara Migliorini
-Cosa fai nella vita?-Insegno teatro e teatro-danza
Chiara Migliorini in scena – foto di Irene Di Natale |
-Com’è nata l’idea di QuoVadis?
-Un aneddoto, un odore e un sapore da portare con te verso la seconda edizione?
–Non potrò mai dimenticare il momento in cui la festa stava per cominciare sabato sera, quando mezzo paese è rimasto al buio a causa di un corto circuito! Avevo le lacrime agli occhi, le Lotussine erano sparse a cercare di capire cosa stesse succedendo, Renzo (il capo tecnico) e Fernando che correvano in su e in giù a staccare e riattaccare prese per vedere quale fosse quella difettosa, io che chiamo mille volte Stefano della Pro Loco per vedere se il guasto dipendeva dal Comune, Fernando sopra un bidone intento a guardare con il cellulare un interruttore con tutti noi, Pro Loco e Lotus, intorno immersi nel panico!! Poi il guasto Fernando l’ha trovato, e proveniva dalla presa difettosa di un artigiano! Sclerata generale! Per fortuna tutto si è risolto per la meglio e la Street Band ha attaccato alle 21.20 spaccate.
I rumori e gli odori più netti sono quelli del prima e del dopo: io e Fernando ci siamo accampati a Montecatini una settimana prima della festa e abbiamo iniziato a fare cartelli, a numerare i posti dei banchi ecc… faceva un caldo esagerato! Ecco, ricordo le domande dei paesani che chiedono come sarà la festa, chi ci sarà, qualcuno che vuole almeno due banchi vicino casa! Ricordo le chiacchiere con un gruppo di signore e un signore, seduti sulle sedie a prendere il fresco in quei pomeriggi, verso le 18… con loro c’è anche una una ragazzina bionda, Andrea, che poi verrà ad aiutarmi a ritagliare tutte le orme per addobbare una via e che non vede l’ora di vedere la festa. E poi c’è la signora più anziana di tutte, qualcuno mi sembra che mi abbia detto che è la signora più anziana del paese, piccola, magrissima, con gli occhiali, tranquilla, in silenzio a guardare il panorama mozzafiato che si vede dal muretto e seguire, senza dire una parola, i discorsi del figlio e delle altre donne. Un’immagine a me molto cara e familiare: quando ero piccola, sotto casa mia, a Campiglia Marittima (Li), c’era lo stesso gruppetto di signore sedute sulla panchina dove soffia sempre un vento leggero che d’estate è una manna dal cielo. Ricordo quando sono arrivate quasi tutte le Lotussine, il giorno prima: la sera dopo cena Fernando ci ha portate a fare il giro del paese per distribuire tutti i compiti e avere tutto perfettamente chiaro: c’era un silenzio per quelle vie… e tutti noi ci stavamo immaginando come si sarebbero riempite la sera dopo.Ricordo la prima notte della festa, quando tutti noi dello staff, gli artigiani e gli artisti eravamo accampati in palestra, con sacchi a pelo, materassi, zaini…..ricordo di aver visto le bimbe Lotus completamente cotte e immerse nei sogni su un materassone.E poi c’è il dopo: il giorno dopo. Quando tutte le voci della sera prima non ci sono più eppure le senti ancora nell’aria, nel vento… il giorno dopo c’era di nuovo il gruppetto delle signore a prendere il fresco verso le 18, tutte parlavano di come era stata bella la festa e ad un certo punto, lei, la signora più anziana, quella che ha gli occhi di mia nonna e che ho visto sempre zitta, chiama Fernando: “Nini, vieni qui”. E inizia a parlare con lui e a raccontargli che era dagli anni ’50 che non vedeva tutta quella gente a Montecatini. Ricordo che mi veniva da piangere e che quasi quasi preferivo allontanarmi per non farmi vedere. Ricordo i rumori delle stoviglie della gente che prepara cena, la domenica, con quest’aria ancora piena delle voci della sera prima…Ricordo questa sensazione di FAMILIARITA’ che mi lega a questo paese e alle sue abitudini. E poi ricordo Fernando, la sera della domenica, alla Miniera, dove eravamo pronti per cenare, che si alza dal tavolo e va in disparte a fumare una sigaretta (quante ne ha fumate in quei giorni!!), che guarda lontano appoggiato a un muretto… e io che so che è arrivato il momento in cui le emozioni hanno questo rilascio, come dell’acqua che comincia a scrosciare, a fluire dalla testa fino al cuore e anche più giù… so che è lì, che sta pensando al suo compagno di sempre, il cane Lotus, che da poco se ne è andato… so che è lì a lasciarsi scorrere tutte le emozioni addosso… io lo raggiungo e semplicemente ci sono. Lì. Con lui.
Che bello poter leggere le parole di Chiara!