La scuola a teatro

Stamattina tutti a teatro!

L’amministrazione comunale ha offerto, in occasione della Giornata della Memoria (pur con un giorno di ritardo, ma certo questo non ha reso il regalo meno apprezzato), l’ingresso gratuito per le scuole a uno spettacolo basato sul Diario di Anna Frank. La nostra scuola è molto piccola, ma non per questo meno pronta delle altre ad aderire alle varie iniziative, e quindi eccomi ad accompagnare il nostro gruppetto.
Il teatro era pieno, i nostri talmente pochi, e calmi, che dopo averli raggruppati mi sono potuta godere lo spettacolo -che avevo già visto, a dir la verità, infatti le foto che ho pubblicato qui risalgono alla volta scorsa- e lo spettacolo nello spettacolo: le reazioni dei ragazzi. All’inizio il buio scatena fischi, versi belluini, lanci di cartacce e altre amenità assortite. La comparsa dei primi attori in scena fa sintonizzare i più, ma molti non sono pronti a sostenere il tono commosso dei personaggi (Otto Frank torna nella casa in cui lui e la famiglia si sono nascosti prima di essere deportati, e riceve dall’amica Miep il diario della figlia, inizando a ricordare la loro vicenda, ed è una scena che strappa il cuore anche alla strega di Biancaneve, vi assicuro), infatti alcuni si mettono a scimmiottarne i lamenti e i singhiozzi.
Eppure ogni volta che qualcuno in scena alza la voce sobbalzano, alla musica e alla proiezione dei video dell’epoca nazista reagiscono con attenzione, sono pronti ad applaudire ogni volta che la luce si abbassa segnalando un cambio scena. Ogni tanto qualcuno invade la libertà altrui con schiamazzi e movimenti inopportuni, ma la cosa non è tanto da interpretare come una mancanza di rispetto verso gli attori né tantomeno verso il tema dello spettacolo, quanto come una palese disabitudine all’attenzione, alla concentrazione, che fa sì che le scene più intimistiche siano digerite male, mentre quelle più leggere (uno dei tanti lati positivi di questo spettacolo era il portare in luce anche gli sforzi di vivere una vita il più possibile normale, e quindi ecco le scene di ballo, i sogni a occhi aperti, gli scambi di regali, graditissime dai ragazzi).
Grave segnale dei tempi che corrono, ma non tragico come la mancanza di sensibilità. Prova ne è che la scena dell’invasione dei nazisti lascia TUTTA la platea col fiato sospeso. I video dei lager nazisti scorrono senza che nessuno accenni ad alzarsi. I saluti provocano sinceri complimenti.
Trovo un futuro geometra distrutto dal dolore.
Qualcuno che ringrazia per averli portati.
Mi porto una manciata di alunni e colleghe dietro le quinte a salutare gli attori.
Respirare un po’ d’aria polverosa del retro palco non può che far bene.
A tutti.

7 commenti su “La scuola a teatro”

  1. Bellissima iniziativa, non bisogna assolutamente dimenticare , ma parlarne e ricordare sempre…l'ignoranza è molto pericolosa. Ire non ti trovo su polyvoire, con che nome sei registrata? ho provato con Musadinessuno , ma non ti trovo..

  2. dev'essere stato bellissimo!si sente dall'intensità con cui lo racconti.noi con la terza (media) abbiamo visto "il bambino con il pigiama a righe" (vabbè, non è la stessa cosa, ma me l'hai fatto ricordare). alla fine li ho trovati tutti pietrificati (senza contare che la prof, cioè io, che doveva dare il via al dibattito tremava come una foglia).baci, musaUva

  3. I see you're doing an amazing work. You tottaly deliver yourself to the theater and i bet you're having amazing results, despite all the work it implies. I believe it must be very rewarding* My feet are a little bit better (thanks to my blog friends too^^) Thnks for your support**

  4. Grazie Si-oux, troppo buona… ^^Già Uva, finché ci sono cose che lasciano di stucco grandi e piccini, allora è vero che c'è una piccola speranza per il genere umano…Thank you Fleur!! Yes, it's very challenging but rewarding… especially when you see that people *feel* more than understanding what you're doing.

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