#mydietdiaries: progressi e tentennamenti

Se ricordate l’ultimo post di questa serie, saprete che i primi 15 giorni di cura dalla mia dottoressa prevedevano forti restrizioni alimentari. Non è stato facile né piacevole come nel 2012, ma sono tornata al controllo con 3 chili in meno rispetto alla prima visita. Ok, la dottoressa mi aveva pesata proprio il giorno prima dell’inizio del ciclo ed ero ancora più gonfia del solito, ma 3 chili sono tanti: ero veramente piena di liquidi e già arrivando a toccare i 70 chili iniziavo ad avere un aspetto un po’ più umano. Quello che mi ha messa in crisi è stata la sua richiesta di proseguire per altri 15 giorni con quel regime (anche limitando le solanacee, ma introducendo un gelato e due porzoni di pasta a settimana, stando attenta a eventuali disturbi che dovessero insorgere mangiando questi cibi).

Ho proseguito, a testa alta.
Stavo lavorando molto e alla fine della giornata mi rimaneva poco tempo e poche energie per muovermi quanto avrei voluto, ma cercavo di organizzare i miei pasti in modo regolare e ho deciso di smetterla di evitare le occasioni sociali, quindi sono uscita a cena con le amiche un paio di volte, ho mangiato fuori con M. in occasione di qualche evento, e ho accettato qualche invito a casa.

logo mydietdiariesEcco, apriamo una parentesi a questo punto: in queste esperienze ho trovato più facile trovare qualcosa di commestibile anche per me piuttosto che sfamarmi (tanto ti sfami con l’insalata, in questi frangenti, e se vai a cena a casa di qualcuno e nessuno pensa che du’ foglie di insalata ti svolterebbero la serata, a casa ci torni con la fame -> note to self: ricordarsi di chiederla o di portarsela da casa quando accetti un invito), ma la cosa più impegnativa si è rivelata tenere testa alle domande di chi vuol sapere in cosa consiste la tua cura solo per il gusto di dirti che la tua dottoressa sta sbagliando tutto e che dovresti fare come ha fatto la mamma della zia della cugina della vicina e altre idiozie del genere. SANTA POLENTA, ma guarda quanti scienziati, intorno a me! Purtroppo, lo ammetto, io affronto male questo tipo di situazioni: do malvolentieri consigli non richiesti, specialmente su argomenti che non mi competono, e quindi tendo ad aspettarmi che anche gli altri sappiano valutare quando è l’ora di abbozzare con me. SBAGLIATO! È evidente che più che cerco di abbozzare con nonchalance, più questo viene preso come un invito a rimanere sull’argomento. E quindi poi alla fine ti trovi a chiudere in modo brusco la conversazione, passando automaticamente dalla parte del torto, perché (true story) “Si fa solo per parlare, come sei suscettibile”.
Guardate che io sono brava nel vivi e lascia vivere, ma anche col vivi e lascia morire me la cavo alla grande, quindi facciamo due conti: se c’è da smettere di frequentare certe persone per tutto il tempo di una dieta non ho scrupoli a farlo. Mi è giù successo nel 2012, dove non mi sono seduta alla tavola dei miei ex suoceri per 6 mesi, quindi posso replicare a comando con chiunque. È un mio diritto, e anche il vostro, se avete qualcuno che invece di tifare per voi fa di tutto per farvi stare male durante un percorso di vita, che si tratti di dieta, di studio o di vattelappesca cosa. Intesi? Non facciamo cavolate. Io mi sono rovinata anche troppe serate in questo modo, e non intendo perdere altro tempo dietro questo argomento: la salute è mia, il corpo (MAGNIFICO, santo cielo: mi sta tornando il giro vita, ho delle tette sode da urlo e le mie chiappe hanno sempre fatto girare i muratori per la strada, anche quando ero più tonda, fatevene una ragione, voi che mi dite che sto sbagliando tutto) è mio, ho fiducia nel mio medico e ho solo bisogno di fare quello che mi ha detto di fare, non mi occorrono consiglieri paranoici più di quanto non mi occorra una pelliccia di visone. GRAZIE.

Il fatto è che, dopo il controllo del 29 luglio, la dottoressa mi ha chiesto di proseguire con questo regime fino all’8 settembre. Mi ha sgridata perché non faccio abbastanza movimento (e ho preso male anche quel suo ironizzare sulla mia pigrizia, primo perché sento che sia una critica ingiusta, almeno nella forma in cui mi è stata mossa, e secondo perché posso scontrarmi anche con i medici, non solo coi comuni mortali invadenti e indelicati! :)) e mi ha detto di infrangere qualche regola di tanto in tanto, perché ho bisogno di tenere conto delle reazioni che il mio corpo potrebbe avere quando mangio qualcosa di “proibito”. Ho giù qualche dubbio sul lattosio, almeno sopra certe quantità. Sto tenendo un diario, poi a settembre faremo qualche accertamento sia sulle intolleranze che sulla circolazione. Intanto stamani ho toccato i 68 chili. Il ciclo sta finendo, avrò presto un po’ più di tempo per me, andare al mare la mattina presto, per camminare e per tornare a indossare quel paio di pantaloni che fanno rimanere a bocca aperta M. È faticoso, perché manca la varietà e sei costretta a sfamarti con grandi porzioni di insalata, che io adoro, per carità, ma finisci per passare metà della giornata a lavare/spezzettare/girare/masticare insalata, e a volte è veramente monotono e frustrante. Ma la mia voglia di stare bene è più forte di tutto. Vado avanti. Ogni tanto piango, mi dispero, mi scontro con qualcuno e con me stessa (insieme ai chili sto espellendo tossine e rabbia, come nel 2012), mando qualche vaffanculo, e quando sto bene bevo un bicchiere di vino insieme alle mie amiche, quelle che mi vedono nel complesso e quindi sono in grado di accettarmi anche quando vacillo, quando non faccio come farebbero loro, quando non ho voglia di parlare. Perché mi capiscono, lo capiscono e mi amano lo stesso. Circondarsi di gente che ci ama e ci rispetta rende più facile sopportare chi ci ama e ci rispetta in un modo difficile da capire per noi, e dare un calcio nel sedere a chi non ci ama né ci rispetta. Certo, per prima cosa occorre amarsi e rispettarsi per conto proprio: ma  anche essere circondate da persone che tifano per te è indispensabile.

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