I jeans che state per vedere li ho comprati nel 2004, poche settimane prima di iniziare la famosa dieta che mi ridusse pelle e ossa nei posti sbagliati. Pesavo 64,5 kg al primo incontro con la dietologa, quindi probabilmente non ero molto più leggera quando quando li acquistai. Li ho odiati dal primo momento per via della vita troppo bassa e per l’effetto délavé troppo accentuato sulle cosce, e allo stesso tempo li ho amati per il punto di blu che corrisponde al mio punto di blu ideale e per la riga centrale. Li comprai perché mi serviva urgentemente qualcosa di presentabile per andare a seguire un corso in Veneto e non trovavo niente di meglio (avessi conosciuto allora la dolce Anna Venere, mi sarei buttata senza remore verso una gonna… avrei anche risparmiato!), e dopo aver perso i primissimi chili erano praticamente da buttare. E però non li ho buttati, ci sono rientrata quando ho ripreso peso, li ho conservati ancora quando non mi stavano più perché avevo ripreso TROPPO peso, e adesso, all’inizio di settembre, quando ero a quota 67 kg, ci sono entrata di nuovo. Ora stanno per “sfuggirmi” un’altra volta, quindi cerco di usarli il più possibile adesso che è rinfrescato.
Mi sono imposta una regola: jeans sì, ma non più per nascondersi. Quindi sono ammessi solo coi tacchi o con qualche dettaglio charmant. Qui li avevo messi per una serie di incontri con dei clienti in un ambiente non troppo formale. Portandoli coi tacchi riesco a sfruttare anche la svasatura sul fondo creando un effetto ottico che dovrebbe riequilibrare il cosciotto robusto.
Quella mattina, però, prima di uscire di casa, avevo pescato la carta dell’imprevisto: una cena a casa di amici mezz’ora scarsa dalla fine del mio ultimo appuntamento della giornata. Che fai a questo punto, ti metti le mani nei capelli?
La seconda che avete detto, sorelle. Già così non ero del tutto impresentabile, ma non avevo voglia di portarmi a cena la giornata lavorativa, così come non avevo voglia di tornare a casa prima dell’appuntamento. Sapendo che a casa dei nostri amici c’è sempre un bel calduccio, ho lasciato nella macchina di Riccardo il gilet di finta pelliccia e la cintura borchiata, così quando mi è venuto a prendere ho potuto procedere con la mia “metamorfosi”!
Il problema, coi pantaloni a vita bassa, è che devi stare continuamente a tirarti su le braghe… e che con qualcosa di corto in vita l’effetto ottico non è dei migliori. Se avessi dovuto partecipare, che so, a un buffet, o fossi andata a ballare, non mi sarei mai sognata un abbinamento del genere: avrei messo qualcosa che scendesse giù lungo sui fianchi, quasi fino a metà coscia, per evitare di spezzare la figura e di mostrare le terga a tutti (prendendo pure freddo!). Dovendo trascorrere la sera a tavola e poi sul divano con la bambina il bolero di ecopelliccia faceva praticamente le veci di un coprispalle, caldino ma non troppo.
L’anello-gufo l’ha fatto Martina, una delle mie splendide allieve del workshop “Ricordi di Natale” durante la Sparkling Edition del Fashion Camp… non è dolcissimo?
Jeans Replay Jeans
Camicia e Maglione United Colors Of Benetton Shirt and Sweater
Stivaletti Xti Ankle Boots
Cintura e Bolero No Brand Belt and Vest
Anello Maritù Ring
MakeUp: Clinique, Origins, Sleek, Dior, Madina, Astra
Ho adorato queste foto, sono fantastiche con la mimica relativa alle frasi e quella di spalle con la mano sul fianco è fantastica… Mi fai venire voglia di farmi le foto! 😉
Grazie ciccia! Prima o poi te devi passare sotto le mie zampe per uno shooting! Sono sicura che ci ammazzeremo di risate! 😀
Favolosa, le tue foto sono sempre divertenti e così espressive, si vede che ti diverte farlo, continua così 😉
Spesso anche io corro da un appuntamento all’altro senza avere il tempo di tornare a casa, viaggiare sempre con qualcosa d’emergenza è utilissimo!
Baciiii
p.s. il gufetto è delizioso!
Fantastico il gufetto! Ed anche il pellicciotto è davvero chic! 😉
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