Mercoledì 1 agosto: inizio un nuovo mese sperimentando una nuova routine fitness. Dato che so che nel tardo pomeriggio non avrò tempo per andare a camminare, anticipo tutto alla mattina: alle 7.15 suona la sveglia di Riccardo e salto anch’io giù dal letto. Dopo mezz’ora sono fuori casa anch’io, diretta alla pineta a poche centinaia di metri da qua, con l’intenzione di usarla come “circuito” silenzioso e lontano dalle auto. Scopro che dall’ultima volta che ci sono stata l’hanno attrezzato con panche, spalliere e tutto il necessario per un percorso benessere. Alterno camminata veloce a squat, affondi, addominali e qualche piegamento sulle braccia. Con i primi vado bene, con le braccia ci vado piano perché sono veramente poco allenata. Alla fine del percorso mi sento bene, doccia e poi al lavoro. Just wonderful!
Giovedì 2 agosto: ho qualche doloretto qua e là, ma niente di grave. Lavoro di mattina, nel pomeriggio vado al mare, cammino, mi asciugo in fretta e salgo in teatro a truccare le amiche impegnate nella replica del loro Canterville. La collega che non vuole che dimagrisca troppo mi fa i complimenti per i chili persi: “Ora basta però, eh, altrimenti diventi troppo magra”. Santa Polenta, non ce la farà mai.Ceno tardi, ma a casa. Agosto sarà un mese di occasioni mondane e per ora cerco di limitare i danni il più possibile.
Venerdì 3 agosto: lavoro mattina e pomeriggio, non riesco ad andare a camminare anche perché anche oggi vado a truccare le ragazze a teatro. Ma ho un piano B per domani…
Sabato 4 agosto: torno alla pineta di mattina. C’è un po’ di gente in più, quasi tutta gente che corre, concentrata. Io continuo a camminare, e a condire il tutto con qualche esercizio. 4 mini-circuiti con ripetute crescenti (10-12-15-20). Delle braccia ancora non mi fido, mi assesto sulle serie da 12, e forse è pure troppo anche così. Il pomeriggio torno a camminare, al mare. Parto per fare una mezz’ora, arrivo a un’ora senza neanche accorgermene. Buon segno.
Domenica 5 agosto: fa un caldo criminale e io ho le braccia indolenzite. Ho un po’ di lavoro da sbrigare, ma il pomeriggio è dedicato al mare. Cammino molto, incrocio molti sguardi. Per la prima volta dopo un bel po’ di tempo non mi sembra che tutti gli occhi siano puntati su di me e sulle mie cicce. Se vi sembra poco!
Lunedì 6 agosto: se ieri era caldo, oggi lo fa di più. Lavoro quasi tutto il giorno, faccio una camminata di solo mezz’ora, non ce la faccio proprio. Non durerà per sempre, questo caldo, no? Cerco un modo per sorridere malgrado la pressione bassa: mi regalo una scatola di matite colorate e un contenitore per portare in giro le mie insalatone senza rovinarle.
Martedì 7 agosto: di mattina in pineta si sta bene. Peccato che stamani ci sia tantissima gente, alcuni corrono e si fanno i fatti loro, ma ci sono anche delle ragazzine che evidentemente sono venute a passare un po’ di tempo e che non fanno altro che trascinarsi qua e là, occupare a mezz’ore, usandole in modo scorretto, le panche per gli esercizi, e di conseguenza durando il triplo della fatica e sentendosi ridicole e ridendo come delle ebeti a decibel che non auguro a nessuno. So che non torneranno più perché troveranno qualcosa di meno impegnativo per passare il tempo, ma auguro loro di affogare nell’acido lattico e contorcersi per le micro-lesioni ai muscoli che hanno strapazzato così ocamente. Può succedere anche se sei molto giovane, se sei molto cretina.
Nel pomeriggio cammino di nuovo, al mare. Mi rendo conto che durante questa camminata spesso sono così concentrata che mi vengono idee nuove, o soluzioni a problemi che mi sembravano troppo complicati da strigare. E poi il passo lo decido io, qui il mio ritmo non dipende da nessuno.