#mydietdiaries ep.3

Bene, eccoci di nuovo qua. Dopo le faville del primo controllo, durante la settimana appena conclusa ho inanellato un certo numero di nuove sfide, come la gestione del pre- e post-donazione del sangue, un fine settimana fuori casa in giro per posti dove si mangia benissimo e, last but not least, il consueto can-can di impegni di fine anno scolastico che ti tiene fuori casa dalla mattina presto al tardo pomeriggio, inchiodandoti al pc le restanti ore. E la sindrome premestruale, dove la mettiamo? Certo, anche quella. La prima SPM da quando sono a dieta, in queste ore su questi schermi. Ma procediamo per gradi.
Mercoledì 16 maggio: da oggi ho diritto a uno jogurt magro oltre alla già deliziosa colazione che faccio la mattina. Non è moltissimo, ma sembra che funzioni: la fame sembra lasciarmi un po’ più di tregua a metà mattina. Nel frattempo dicevamo dei giorni che non finiscono mai, vero? Bene, questo è giusto uno di quelli, in cui hai da fare mille cose fuori casa e altre tremila in casa. Verso sera, però, stacco tutto e mi dedico a maschere facciali, depilazione e cospargimento di cremine e olii varie. Niente mi fa star bene più di questo, quando la stanchezza la fa da padrona.
Giovedì 17 maggio: anche per questo semestre sono riuscita a donare. Sembrava impossibile perché oggi le mie vene erano meno collaborative del solito, ma le infermiere del centro trasfusionale di Piombino sono più toste delle mie vene e alla fine ce l’abbiamo fatta. Il fatto di completare la donazione in modo più lento del solito, poi, ha un lato positivo: alla fine del prelievo mi sento meno fiacca perché il sangue lascia il mio corpo in modo molto graduale e per tutto il giorno mi sento meno debole e frastornata. Prima di lasciare l’ospedale, come al solito, vengo accompagnata a fare colazione: prendo un panino con le verdure grigliate e un bicchiere di tè freddo, e il tè mi sembra incredibilmente, orrendamente dolce. Il mio corpo sta cambiando gusti, mi sembra un segno positivo.
Venerdì 18 maggio: è il giorno della partenza per il blog trip a Massa. Prima, a scuola, incontro la mia amica psicologa, le racconto brevemente del mio percorso. Lei, che conosce bene le mie difficoltà in questo ambito, approva la strategia della dottoressa, che sembra volermi curare in modo globale, partendo dalla testa. Pranzo in treno, dopo essere uscita da scuola, con un’insalata che contiene… nient’altro che insalata. Avevo commissionato al buon Riccardo l’acquisto di un’insalata con tonno o mais, alternativa da asporto proposta dalla dottoressa, ma per un malinteso mi ha portato quella quando è venuto a portarmi i bagagli in stazione… non tutti i mali vengono per nuocere, però: già dalla sera inizia una serie di pasti non proprio in linea con il mio attuale regime dietetico. Quello che noto, in ogni caso, è che i cibi che scelgo sono più saporiti e più abbondanti di quanto non dovrebbero essere nella mia dieta, ma che non sono eccessivamente grassi o elaborati. Il dolce, sì, me lo sarei potuto risparmiare. Cercherò di fare un fioretto in seguito.
Sabato 19 maggio: è una giornata piena di attività movimentate e divertenti e gli spaghetti del pranzo sono veramente tanti. Mi segno un altro fioretto da fare. Anche a cena. Tornerò a casa con un rosario di fioretti al collo, ma ho deciso di mangiare con gusto per questi pasti fuori programma e poi di rimettermi in carreggiata appena tornata a casa, perché non mi fa bene alla testa sentirmi in colpa mentre mangio in modo comunque diverso da come dovrei. Non so se sto agendo per il meglio al 100%, ma sottoporrò la questione alla dottoressa prossimamente.
Domenica 20 maggio: a causa del maltempo rincasiamo da Massa all’ora di pranzo anziché dopo, quindi saltiamo un pasto fuori casa e al mio rientro mangio una bella zuppiera di verdure crude e cado in letargo. La domenica sarebbe il giorno della pizza, ma ho avuto le mie belle soddisfazioni durante il weekend, quindi decido di saltare il giorno della pizza per questa settimana.

I peccati di gola del fine settimana
Lunedì 21 maggio: il mio lunedì, come al solito, non finisce mai. Non riesco ad andare a camminare, da quanto non lo faccio? Però mi rendo conto che sono comunque attiva, sorrido molto e ho un sacco di idee che mi spuntano fuori dalla testa come le bollicine che vengono su da un bicchiere di acqua gassata. Che sia questa la cosa veramente importante? Che essere attivi venga prima di tutto da una sinergia tra il corpo e la testa?
Martedì 22 maggio: ieri mi è arrivata la custodia per il Kindle e finalmente avrò il coraggio di portarmelo in giro senza temere di rovinarlo. Tornando dal lavoro scendo alla fermata del bus vicina al residence dove lavora Riccardo per andare a scroccare un po’ di connessione wi-fi e acquistare un paio di libri che mi interessano. Per strada incontro un amico al quale espongo un paio delle tante idee che mi sono venute in mente in questi giorni. Lui si lascia contagiare dal mio entusiasmo, decidiamo su due piedi di buttarci in un progetto che, lo sappiamo già, sarà un successo. Mi fermo a bere un caffè di fronte al mare, poi mi incammino verso il supermercato e le cose da fare a casa. Avevo una fame cane, ma alla fine, piena di adrenalina come sono, quasi mi scordo di fare merenda quando arrivo a casa. È una bella sensazione, molto interessante.
Anche la prossima settimana si presenta molto movimentata, tra i miei alunni che stanno continuando gli esami, il saggio di flamenco e diversi altri impegni. Spero di mantenermi in carreggiata, spero che la carica non mi abbandoni. E che la smetta di piovere quando vorrei andarmene a spasso, santo cielo! 

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