Il consiglio scaltro del venerdì – Friday’s Smart Tip

Il giorno del sì

No, non mi sposo (ancora). 
Ma parlare di matrimoni mi è sempre piaciuto, così come mi piacciono le tradizioni legate al giorno del sì.
Per esempio, la formula che prevede che la sposa debba avere qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo, qualcosa di prestato, qualcosa di regalato e qualcosa di blu mi ha sempre incuriosita, e ci ho sempre intravisto qualcosa in più di una semplice scaramanzia. 
In effetti è una specie di piccolo rito che vorrei, un giorno, rispettare anch’io.

Qualcosa di vecchio simboleggia la vita vissuta fino al momento del matrimonio. Questo era probabilmente un punto più sentito ai tempi in cui la convivenza pre-matrimoniale non era diffusa come adesso, e di conseguenza il giorno del matrimonio segnava un cambiamento anche di ordine pratico, con il passaggio tra la vita di figlia alla vita di moglie e, successivamente, madre.
Sono però dell’opinione che anche adesso che tutto è cambiato, il giorno del matrimonio segni una specie di spartiacque nella vita di una coppia, che non si amerà di più o di meno da un giorno all’altro, questo è chiaro, ma magari si sentirà un po’ diversa. Ecco, alla luce di questo portare con sé qualcosa di vecchio secondo me ha ancora un senso: siamo quelli che siamo oggi (e saremo quello che saremo) anche grazie a quello che siamo stati ieri, ed è bello portarsi dietro un feticcio proprio nel giorno del matrimonio.
Che ne pensate?

Non so cosa vorrei con me nel giorno del mio matrimonio, per ricordarmi di chi ero e portarmi verso la mia “nuova vita”: forse un gioiello che ho indossato per molto tempo? Mmm… difficile, non sono molto amante dei gioielli. Sarebbe più facile scegliere un profumo, a questo punto!


Qualcosa di nuovo, per contro, simboleggia la vita che verrà, con le sue nuove sfide e le sue nuove soddisfazioni. 

Sì, sono una matta, ma per il mio matrimonio vorrei regalarmi… un nuovo tatuaggio!



Qualcosa di prestato è il vero e proprio ponte tra la vita di prima e la vita che verrà: la persona cara che ci presta l’oggetto è stata vicina a noi fino a questo momento, e ci rimarrà saldamente.

Vorrei un gioiello di mia madre, magari l’anello di acquamarina che mi faceva sospirare quando ero alta due mele o poco più o, ancora meglio, un gioiello che da nonna è passato a mamma.



Qualcosa di regalato è l’affetto delle persone che ci amano.

Sarebbe bello (magari è già tradizione e io non lo so) che fossero le amiche più care a regalare alla sposa la lingerie da indossare quel giorno, oppure il velo, i guanti o qualsiasi altra cosa possa completare l’abito nuziale.

Qualcosa di blu è il simbolo della purezza della sposa, un po’ come il bianco del vestito.
Eppure questa tradizione è condita con un po’ di malizia perché si ritiene che il pezzo che deve essere blu quel giorno debba essere una giarrettiera, accessorio indispensabile prima dell’avvento di collant e autoreggenti, ma dal sapore sofisticato e un po’ cocquette al giorno d’oggi.
Certo è che se ci si sposa con un vestito a sirena non ci si potrà certo permettere di avere sotto una giarrettiera, di qualsivoglia colore.

Io per anni ho sognato non solo un vestito, ma un matrimonio avorio bordato di blu, e in tal caso mi sarei tolta d’impiccio egregiamente. E se mi sposassi con Dating a Royal sulle unghie? 🙂

Più di tutto, mi piacerebbe sapere se nelle vostre regioni (o nelle vostre famiglie) ci sono tradizioni particolari, riti, usanze di qualsiasi tipo.

Io, intanto, inizio a fantasticare con della lingerie che si trova anche vicino casa mia…

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=4Kp3L_ELivQ]
… ma il suggerimento più utile per il giorno del sì viene da questa illustrazione,
non trovate? 

2 commenti su “Il consiglio scaltro del venerdì – Friday’s Smart Tip”

  1. io e le tradizioni non andiamo d'accordo! Mi sono sposata in lilla, con l'abito acquistato 3 settimane prima all'avvio dei saldi da Luisa Spagnoli, e sono andata dal parrucco la mattina stessa a chiedergli di farmi "un raccolto un po' carino" 🙂 Onestamente non ambisco a tutto il cancan, anzi, il giro commerciale, che sta attorno ai matrimoni.

  2. Per me il giro commerciale e la tradizione non stanno affatto sullo stesso piano, perché il giro commerciale è qualcosa che sta "all'esterno" mentre la tradizione sta nell'intimo, tra le cose che si fanno perché ci si sente di farle e non perché qualcuno ci obbliga, al di là di come si vuole apparire e di come si vogliano spendere i propri soldi, ma unicamente per come ci si vuole sentire. 🙂

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